Dire che film del genere non ne fanno più, che al giorno d'oggi idee originali accoppiate a una messa in opera elegantemente ispirata scarseggiano, o che semplicemente "i classici sono sempre i classici", sarebbe scontato e quasi inutile da parte mia. Chi mi capisce ed è d'accordo lo sa molto bene, gli altri probabilmente sono troppo legati ai tempi e ai ritmi del cinema contemporaneo per lasciarsi avvolgere dalla calma placida di una scena che ha in mezzi sguardi e velati sottintesi il suo fulcro.
Allora a chi è rivolto esattamente questo post? Recensioni di siffatti titoli tendono a vertere su un effetto nostalgia che difficilmente riuscirò a contenere del tutto, ma lo scopo principale di questo articolo è semplicemente raggiungere quei pochi eletti che vivono nel microscopico insieme formato dall'intersezione di coloro che ancora non hanno visto Ghostbusters e coloro che posseggono il tipo di sensibilità necessario ad apprezzarlo pienamente (recenti studi hanno confermato la credenza popolare secondo la quale i nati dopo il 1990 presenterebbero una diffusa deficienza nella sintetizzazione dell'enzima necessario, fatto che purtroppo li esclude quasi categoricamente dall'insieme dei soggetti idonei).
Chi non ha sentito mai parlare di Ghostbusters? Certo, purtroppo alcune anime dannate sono entrate in contatto con il franchise attraverso lo scherzo di pessimo gusto che Sony ci ha propinato questa estate (no, non ho intenzione di parlarne nell'immediato futuro, nemmeno se organizzate un crowdfunding), ma per tutti gli altri il termine ha sempre indicato un allegro gruppo di personaggi che sparavano raggi protonici agli ectoplasmi e li intrappolavano in una scatola il cui funzionamento rimane ancora un mistero(*).
La mia esperienza personale è iniziata da piccolissimo, tanto che all'inizio credevo che il film fosse basato sulla serie animata e non il contrario. Crescendo ho gradualmente accantonato i cari acchiappafantasmi assieme ad altri personaggi che popolavano il mio piccolo pantheon infantile di quei tempi (tra i quali spiccavano quattro mutanti verdi dediti al Bushido), così quando poi li ho rivisitati in tempi recenti sono rimasto piacevolmente sorpreso nello scoprire che il film d'azione/avventura che ricordavo era invece una geniale commedia in chiave fantasy.
Ora, mi rendo conto che l'umorismo forse più di ogni altra cosa costituisca la materia prima del cosiddetto divario generazionale, perciò lasciatemi solo dire che in qualche modo quello di Ghostbusters risuona nel mio centro dedicato come un diapason. Ancora oggi scopro nuovi dettagli che cambiano l'interpretazione di una scena donando nuove sfumature a questa o quella battuta, i dettagli di cui è ricco questo piccolo capolavoro richiedono da parte mia un continuo allargamento dell'orizzonte mentale per essere notati e assaporati, un po' come quella scena con le carte di Interstate 60 in cui il protagonista apre l'occhio della mente e scopre con meraviglia tutta una nuova serie di elementi chiave nello stesso mondo che prima gli appariva assai meno stimolante (questo sì che lo recensirò in tempi non biblici).
Ciò che invece è un po' più slegato dalla soggettività dello spettatore è il fatto che il film sia impregnato di un suo stile unico e caratteristico, che permea ogni scena e ci accompagna dai titoli di testa ai titoli di coda. È questo stile la vera perla, assai più delle singole battute o degli effetti speciali (veramente impressionanti per l'epoca). Non è facile spiegarlo ed è impossibile rendergli giustizia, ma giusto per darvi un'idea immaginate la meraviglia dell'elemento fantastico che si intreccia con il menefreghismo tipico degli anni '80, quando i nostri eroi andavano in giro con reattori nucleari non autorizzati sulle spalle e i cattivi avevano il volto dell'assessore per la salvaguardia dell'ambiente (ah, good times...).
In conclusione, se avete voglia di investire un paio d'ore nella speranza di scoprire un tesoro nascosto, direi che il gioco vale decisamente la candela (ma ricordate, non sono previsti rimborsi di nessun genere, perciò dovete rischiare).
Da parte mia non posso che augurarvi di entrare in sintonia con questa commedia che rappresenta uno degli elementi più rappresentativi della sua epoca, magari per rivivere un'atmosfera ormai lontana o semplicemente entrare in contatto con una mentalità assai diversa da quella contemporanea.
Come sempre a presto, e buona visione.
(*) Se tra voi c'è qualche esperto appassionato della prolifica serie animata, può dirmi se viene mai spiegato il principio alla basa della trappola?
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