giovedì 27 ottobre 2016

Westworld, la serie che non ti aspetti

Introduzione


Quando ho aperto il blog immaginavo che presto mi sarei dedicato a uno degli sport preferiti di internet, vale a dire le recensioni, e così eccoci qua. Avevo pensato di aspettare fino alla prossima gita al cinema per andare a vedere Doctor Strange (coming soon), ma poi mi è venuto in mente che tra le serie che seguo ce n'è una che spicca nettamente e della quale penso valga la pena parlare.
Perciò, bando alle ciance e cominciamo.

Ho in mente di recensire ciascun episodio singolarmente, con una prima parte spoiler free e una seconda dove poter affrontare con voi ogni più piccolo dettaglio.
Prima di iniziare, poiché ad oggi ho già visto i primi tre episodi, vorrei spendere due parole sulla serie in generale rivolte in particolar modo a coloro che non l'hanno ancora iniziata e che magari ne sentono parlare per la prima volta. 

Quando qualcuno ci domanda se abbiamo visto questa o quella serie (un fenomeno tipico del nostro tempo, del tutto sconosciuto al ventesimo secolo o anche ai primi anni 2000) di solito lo fa col malcelato intento di farci entrare nella sua piccola setta personale di confratelli con cui poterne discutere fino allo sfinimento, il che è perfettamente comprensibile. Il piacere di condividere un'esperienza è un fenomeno tipicamente umano che mostra più di un trattato di mille pagine come l'uomo sia un animale sociale. Quanti di voi non fanno già parte di qualche seratina settimanale a base di Game of Thrones, The Walking Dead o Mr Robot? Chi non ha mai offerto un posto sul divano all'amico/amica del cuore per guardare insieme l'ultimo episodio della stagione che mamma mia non dirmi niente che è tutto il giorno che non posso aprire Facebook?

Come per tutte le cose, però, vale la regola del de gustibus, e così non tutte le serie che consigliamo trovano nei nostri amici il consenso sperato, proprio come buona parte di quelle che iniziamo sotto consiglio altrui non riescono ad accompagnarci per più di un paio di episodi.
Dunque, cosa posso dire per superare il vostro naturale scetticismo e riuscire a raggiungere per lo meno coloro ai quali poi farà piacere aver dato ascolto a un blogger tra mille?

Più che con un discorso di qualità individuale riguardante questo o quel tema tra quelli trattati, forse è più semplice partire da qualcosa di un po' meno opinabile onde almeno tentare di impostare il discorso su una base più facilmente condivisibile (lo so, mi sto illudendo).
La serie va in onda sul canale americano HBO, il quale tra un True Blood e un Sex and the city ci ha regalato anche perle quali appunto Game of Thrones e True Detective, solo per citarne un paio (senza offesa per nessuno, di True Blood mi sono davvero piaciute le prime tre stagioni in crescendo, mentre per Sex and the city non ero nemmeno lontanamente nel target di riferimento). Una cosa che caratterizza i prodotti di questo canale via cavo è l'alta qualità dei dettagli tecnici, che vanno dalla regia alla fotografia, passando per la musica e non ultimo il cast di attori che oscillano solitamente tra il molto buono e l'eccellente.
Da ciascuno di questi punti di vista, a mio umilissimo avviso, Westworld non sfigura, anzi. I paesaggi immersi nei canion appaiono vivi di colori sgargianti e di dettagli che sono semplicemente un piacere per gli occhi, e nessun set manca della consolidata cura maniacale che produzioni simili ci hanno già saputo regalare in questi anni, rendendo di fatto impossibile riuscire a distinguere un qualsiasi spezzone preso a caso da un prodotto hollywoodiano di budget elevato, anche perché può capitare di incrociare più di un premio oscar nella stessa inquadratura. Sempre restando in tema, la recitazione in Westworld assume toni particolarmente interessanti quando ci si rende conto (succede molto presto, perciò chiedo ai puristi di non considerarlo un vero e proprio spoiler) che non tutti i protagonisti sono umani. Le scene nei laboratori sono quelle che davvero tirano fuori il meglio degli interpreti, in primis la protagonista femminile, i quali sono chiamati a mutare radicalmente l'emozione espressa nel giro di un istante, o di un clock.
Per concludere con una nota personale, i temi trattati sono a mio parere la vera punta di diamante di questa serie, l'ago della bilancia che prende un prodotto di qualità e lo trasforma in un "non puoi capire devi assolutamente iniziarlo così ne parliamo domani chiamami appena l'hai visto allora ci sentiamo ciao".

Le nuove frontiere della televisione moderna sono il motivo per cui, come dicevo all'inizio, quando a tavola non sappiamo più di che parlare finiamo per tirare fuori le serie che stiamo seguendo sperando di trovare un compagno degustatore o anche solo qualcuno da indirizzare sulla retta via. Proprio per questo nel mio piccolo vi consiglio caldamente di iniziare questa serie, che nelle ultime settimane mi ha preso molto e che sono convinto piacerà tantissimo a coloro che della fantascienza apprezzano anche le tematiche, oltre che i sempre piacevoli effetti visivi (vi ricordo che al momento della stesura di questo post ho visto i primi tre episodi, se in futuro la mia opinione dovesse mutare considererò l'eventualità di aggiungere un commento a fondo pagina).

Bene, se siete curiosi di iniziare e volete dare un'occhiata alla recensione del primo episodio (che vi ricordo essere senza spoiler nella prima parte) cliccate qui.

A presto, e buona visione.


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