martedì 3 gennaio 2017

Miss Peregrine e il mistero degli anelli temporali (Spoiler Alert)

Dopo una prima introduzione al film, ora possiamo parlare del nocciolo della questione: come funzionano esattamente gli anelli temporali?

Prima vorrei solo accennare al fatto che sono perfettamente al corrente di quanto sia difficile creare una buona storia che includa i viaggi nel tempo, semplicemente perché essi generano delle situazioni apparentemente impossibili che vanno giustificate durante la narrazione per riuscire a mantenere una certa coerenza.
L'uso più semplice del viaggio temporale è quello di strumento vago, il cui unico scopo è permettere ai personaggi di trovarsi in determinate situazioni. In questi casi il viaggio nel tempo e il suo funzionamento scendono nettamente in secondo piano, e servono soltanto come giustificazione per poter recuperare Excalibur o parlare con Winston Churchill. La narrazione non si sofferma troppo sui come e i perché, invitandoci implicitamente a fare altrettanto per dirottare la nostra attenzione sul vero fulcro della trama, quale che sia.
L'altro uso invece è quello dei racconti incentrati sulla logica del viaggio temporale e sulle sue conseguenze, e di solito le storie che se ne avvalgono sono ricche di spiegazioni che servono sia a seguire i meccanismi più complessi, sia a giustificare le più che inevitabili contraddizioni che man mano emergono, usando dei concetti ad hoc. Questo perché, come dicevo prima, i viaggi nel tempo sono apparentemente impossibili e generano una miriade di paradossi, il più famoso dei quali è alla base di molte storie di questo genere.

Per buona parte del film, il concetto di anello temporale e il suo funzionamento sembrano voler semplicemente rendere possibile il fatto che la storia si alterni continuamente tra presente e passato, fungendo anche da giustificazione alla sopravvivenza dei bambini speciali e soprattutto alla segretezza della loro stessa esistenza. In pratica, l'anello è una bolla magica la cui funzione narrativa è un po' simile all'Isola che non c'è o a Diagon Alley. Questo almeno finché i nostri non si ritrovano catapultati fuori dall'anello e non decidono di andare in soccorso di Miss Peregrine entrando in un secondo anello.
Ecco, qui per me si entra in pieno campo minato.


Ma insomma, fino a quel momento sapevamo semplicemente che un anello fa rivivere lo stesso giorno all'infinito ai suoi speciali abitanti in pieno stile Ricomincio da capo (che prima o poi dovrò proprio recensire). Le uniche domande che mi balenavano in testa erano cose del tipo "ma quindi questi bambini hanno vissuto lo stesso giorno per settant'anni", "chissà se la psiche può reggere un'eterna infanzia", "se non invecchiano al suo interno e la loro fisiologia resta quindi bloccata, mi chiedo come mantengano i ricordi" e altri dettagli del genere, tutti che puntavano alla solita risposta "dai, è solo un film, lascia perdere e va' avanti".
Questo atteggiamento è più che legittimo nei confronti di quelle storie che utilizzano l'elemento fantastico per generare situazioni surreali senza soffermarsi troppo sulla logica, ovvero la maggior parte. Si capisce subito quando un film o un libro stimolano lo spettatore/lettore a non perdersi nessun dettaglio e a ragionare a fondo su quanto appreso, e quando queste storie non crollano come un castello di carte creano dei veri e propri capolavori dell'intelletto.

Arrivati verso il terzo atto di Miss Peregrine, perciò, mi era ben chiaro in che tipo di narrazione mi trovassi, e non era niente di diverso da ciò che prometteva il trailer. Quando però l'anello si interrompe e i ragazzi si ritrovano al di fuori del suo ciclo ormai spezzato, in un attimo elaborano un piano per capire il quale lo spettatore avrebbe avuto bisogno di ben altre spiegazioni, cose tipo la bellissima scena della lavagna in Ritorno al Futuro II, grazie alla quale perfino un bambino di cinque anni riesce a seguire l'intreccio principale. In casi del genere serve sempre un personaggio ignaro di tutto, il quale  ha il compito non solo di ricevere tutte le spiegazioni, ma soprattutto di porre le domande giuste al momento giusto così da non perdersi per strada buona parte della sala. Ma, a onor del vero, il Marty McFly della situazione in effetti c'è, ed è come spesso accade proprio il protagonista, ma il caro Jake si guarda bene dall'approfondire la questione quando Miss Peregrine gli legge la pagina del Bignami alla voce "anelli temporali", e anzi partecipa attivamente all'elaborazione del piano per soccorrerla infischiandosene altamente della sua funzione nei confronti del pubblico.


Ora, io il film l'ho visto una sola volta e i ricordi si stanno facendo fumosi, ma cercherò lo stesso di ricostruire quanto ho capito.
Un anello è caratterizzato dal giorno in cui viene creato, che si ripete all'infinito al suo interno. Per i suoi abitanti il tempo passa in parallelo rispetto al mondo al di fuori dell'anello, e questo lo sappiamo perché il tempo che Jake trascorre nella casa sembra corrispondere a quello che passa per il padre rimasto nel presente.
Quindi, per essere chiari, non si può passare un secolo nell'anello e poi tornare nel proprio presente, le due linee temporali scorrono parallele. Se entri in un anello (ambientato in un qualche giorno del passato) in data X e trascorri nell'anello Y giorni, quando ne esci per tornare al tuo tempo ti ritrovi al giorno X+Y.
Fin qui niente di strano.
Seguendo lo stesso principio, va ricordato che quando gli abitanti della casa escono dall'anello (solo per brevi periodi, o il loro corpo si adatta alla nuova linea temporale e invecchiano rapidamente), si ritrovano al giorno che corrisponde alla data di creazione dell'anello più il numero di giorni che essi hanno trascorso in esso. Perciò non si può usare l'anello per viaggiare nel tempo a piacimento, esso sarà sempre collegato al momento presente, poiché le due linee temporali all'interno e all'esterno scorrono parallelamente.
Perfetto, nessun problema.

Adesso veniamo al fatidico piano della discordia.
Miss Peregrine viene portata in un luogo che si trova all'interno di un altro anello, di appena sei mesi. Questo significa che quello ripetuto è un qualche giorno della prima metà del 2016, quindi antecedente ai fatti ambientati nel presente del film (seconda metà dello stesso anno).
La prima parte del grande piano consiste nel recarsi sul luogo dell'anello e semplicemente entrarvi, così. Nessuno fa notare che i nostri protagonisti si trovano ancora nel 1943 (esattamente all'inizio del giorno successivo a quello del loro anello ormai interrotto), e che quindi sarebbe plausibile per lo spettatore, rappresentato ignominiosamente da Jake, supporre che non vi si possa accedere da una data antecedente la sua creazione.
Se la cosa non vi quadra, seguite questo ragionamento.
Quando Jake entra nell'anello di Miss Peregrine, per i suoi abitanti è un certo giorno. Quando esce e poi rientra il giorno dopo, anche per gli abitanti dell'anello è trascorso un giorno. In qualunque momento si entri nell'anello, ci si ritrova al giorno corrispondente all'esatta età dell'anello in quello stesso momento. Se qualcuno crea un anello nel 2006 e poi io entro nel 2016, per i suoi abitanti sono passati dieci anni. Non posso entrare nel 2016 e ritrovarmi al secondo giorno di vita dell'anello, ogni istante esterno è collegato univocamente ad un istante interno.
Perciò, se pure fosse possibile entrare in un anello da un momento precedente alla sua creazione, in quale giorno della vita dei suoi abitanti ci si ritroverà catapultati? Capite che la cosa non ha il minimo senso, e si risolve semplicemente ipotizzando che un anello non possa essere visitato prima della sua creazione proprio come (e questo lo sappiamo) non può essere visitato da una data successiva a quella in cui, nell'equivalente del tempo interno, l'anello viene interrotto. Facendo un altro esempio, se creo un anello nel 2006 e ogni giorno lo rinnovo per 3650 volte (dieci anni), e poi un giorno me ne vado e lascio che l'anello si spezzi, dal punto di vista del mondo esterno non si potrà più accedere se non fino al 2016, quindi dal 2017 l'entrata non funzionerà più.

Ovviamente, come diretta conseguenza, non ha neanche senso che i bambini speciali ritornino nel 1943 una volta terminata la missione. Perché mai l'anello dovrebbe essere collegato al 1943?
Ora, voi mi direte che si potrebbe interpretare l'anello come un meccanismo collegato a chi lo varca, nel senso che se io entro dal 2016 mi riporta nel 2016, mentre se entro dal 1943 mi riporta indietro nel 1943. Questo implicherebbe quindi che un anello possa essere varcato in qualsiasi data presente e futura (tranne oltre la data che rappresenta la durata dell'anello, questo almeno lo sappiamo) e che una volta uscito il viaggiatore si ritrovi al suo tempo d'origine.
Questa è una delle tante teorie che abbiamo partorito io e i miei compagni di sventura lungo il tragitto tra il cinema e il ristorante cinese, e abbiamo continuato al suo interno per un po' prima di accorgerci che ormai avevamo immaginato una storia dieci volte quella appena vista unicamente per giustificarne le incongruenze.
Già, perché se diamo per buona l'ipotesi di cui sopra, dobbiamo chiederci cosa succede se dall'anello escono persone venute da due epoche differenti. Si separano, magari ciascuna vedendo scomparire l'altra? E che succede quando un abitante dell'anello esce? Abbiamo già visto che finisce nel presente, ma questo contrasta con quanto appena detto e... basta, mal di testa.


Se siete arrivati al finale del film, in cui Jake racconta dei suoi salti da un anello all'altro per ritrovarsi sulla nave nel 1943, sapete di che parlo quando vi dico che la scena rappresenta la ciliegina su una torta i cui ingredienti sono confusione e caos.
Non sto neanche ad affrontare la questione di come un minorenne senza denaro sia riuscito ad attraversare l'Atlantico per raggiungere il nonno in Florida senza poter rivelare la propria identità a una qualche ambasciata o simili, visto che una volta uscito dal secondo anello si era ritrovato sei mesi nel passato e quindi col suo doppio (il Jake del passato) ancora a casa dalla sua famiglia; magari avrà trovato la via preferenziale usata da Bruce Wayne in The Dark Knight Rises. Dettagli del genere svaniscono di fronte alle domande ben più impegnative lasciate senza risposta dalla pellicola.
Il problema di questo film tutto sommato piacevole è quindi la mancata spiegazione nel dettaglio del funzionamento degli anelli unita all'uso organico ai fini della comprensione della trama che se ne fa nel terzo atto. Un meccanismo del genere non può essere illustrato alla buona e poi usato in maniera chirurgica durante l'elaborazione di un piano che si suppone lo spettatore possa seguire. Forse mi sono perso un passaggio, ma con quanto sono riuscito a capire e successivamente a ricordare l'intero concetto non riesce a quadrarmi. Se qualcuno ha visto il film e ha tutto chiaro, è affettuosamente invitato a condividere con me e tutti voi la chiave di lettura di questo labirintico mistero fatto di viaggi e strategie. Se invece qualcuno ha letto i libri, lo pregherei di non spoilerare niente ed eventualmente dire soltanto se la cosa viene spiegata diversamente (magari meglio) o meno. In ogni caso potete usare la sezione commenti in fondo o visitare la pagina Facebook del blog.
Per adesso vi lascio a digerire gli estenuanti pasti delle feste e vi faccio i miei auguri di buon anno, che sono sempre meglio tardi che mai.

Come sempre a presto, e buona visione.

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