domenica 11 dicembre 2016

Westworld - Episodio 3 (Spoiler Alert)

"The Stray"



Se siete capitati qui per caso e non volete rovinarvi la visione dell'episodio, qui trovate la prima parte della recensione, senza spoiler al contrario di questa.

Arrivati al terzo episodio, è ormai chiaro che le cose non andranno a semplificarsi, anzi. Sembra proprio che la trama non voglia far altro che infittirsi come una foresta nera in stile fratelli Grimm (non quelli del telefilm, quelli veri), nella quale lo spettatore disattento rischia facilmente di perdersi.
Il bello di Westworld è che non è una di quelle serie in cui ci sono un paio di grossi misteri che si trascinano fino all'ultimo episodio dell'ultima stagione, qui gli autori non fanno altro che lasciarci avanzare nell'esplorazione della storia espandendo la nostra comprensione a macchia d'olio, e così facendo allargano vertiginosamente l'orizzonte nebuloso di ciò che c'è ancora da scoprire.

In questo modo riprendiamo da una delle sedute private tra Dolores e Bernard, in cui il programmatore capo continua la sua esplorazione nell'affascinante mondo dell'intelligenza artificiale attraverso la continua stimolazione della curiosità della nostra protagonista, alla quale consegna quello che è probabilmente il capolavoro più citato dalle narrazioni che tendono al cervellotico. Questi colloqui verranno ripresi verso la fine dell'episodio, durante il quale scopriamo che Bernard ha perso tragicamente il figlio e adesso ha come scopo quello di superare i limiti della programmazione delle attrazioni.
Quasi pentito di questo suo intento, Bernie fa un ultimo disperato tentativo con Dolores prima di ripristinarla alla sua versione base e cancellare i risultati dei numerosi dialoghi clandestini avuti fino a quel momento, ma in ultimo scopre con sorpresa che la ragazza ha sviluppato un proprio pensiero completamente indipendente da quello precaricato nel suo software. Il sorriso sul volto di Bernard sembra cancellare ogni dubbio sorto dopo la chiacchierata avuta col suo capo riguardo la tragica fine dell'altro fondatore di Westworld.

Già, perché pare che il nostro parco delle meraviglie sia il parto non di una sola mente geniale, ma due. Il caro Anthony Hopkins a suo tempo ha lavorato per tre lunghi anni fianco a fianco con l'altra faccia di questa specie di Giano Bifronte creatore di un mondo popolato da menti artificiali, un uomo di nome Arnold del quale nessuno ricorda nulla. Questo perché il povero Arnold, ossessionato a sua volta dalle attrazioni, voleva andare al di là della semplice imitazione e creare la coscienza allo stato puro. Il suo partner Ford (che è sempre Anthony Hopkins, cercate di restare attenti) la vedeva diversamente, e alla fine tale approccio venne abbandonato.
La scomparsa di Arnold rimane un mistero per noi spettatori, quello che sappiamo è che dopo la sua morte l'amministrazione ne cancellò ogni traccia consegnando alla storia Ford come unico fondatore.
La spiegazione della struttura della coscienza che questo nuovo personaggio cercava di implementare è molto interessante e ben spiegata da Ford, il quale ci svela che parte di quel codice è ancora presente nelle attrazioni e si manifesta attraverso i comandi verbali con i quali queste vengono controllate da tecnici e ricercatori.
Tali rivelazioni ci aiutano a comprendere un nuovo aspetto del malfunzionamento di Walter (il bandito del saloon andato in tilt e ritirato assieme al padre di Dolores), venuto a galla grazie allo zelo di Elsie già visto nell'episodio precedente. Constatiamo dal filmato che, durante la sua resa dei conti, l'attrazione parla da sola rivolgendosi proprio ad Arnold, del quale sente la voce nella testa.

E qui ci ricolleghiamo a Dolores, la quale sente a sua volta una voce che continua a dirle di ricordare, oltre a suggerirle diverse azioni il cui significato rimane ambiguo per lei in primis. La ragazza ritrova in un cassetto la pistola che aveva dissotterrato nel secondo episodio, poi fa un trucco di magia e la fa sparire (ma come ci ha ricordato Anthony Hopkins l'ultima volta, tutto in questo mondo è magia, tranne che per il mago). La stessa pistola rispunterà nel pagliaio giusto in tempo, permettendo a Dolores di superare i limiti della propria programmazione e premere il grilletto contro il suo aggressore prima di scappare.
Poco prima infatti eravamo venuti a sapere che uno dei meccanismi di sicurezza del parco è ridurre al minimo l'accesso alle armi da parte delle attrazioni, cosa che spiega l'impossibilità di Dolores di sparare durante la lezione di Teddy e mette questa nuova capacità sotto tutta un'altra luce.
Di chi è quella voce che Dolores sente nella testa? È il fantasma digitale di Arnold che torna a perseguitarla per portare a termine una vendetta post mortem? È stata risvegliata dal recente aggiornamento che tanti disguidi ha finora creato? E se può permettere a un'attrazione senza la dovuta autorizzazione di usare una pistola, cos'altro può farle fare? La nostra speranza è iniziare a scoprirlo già dal prossimo episodio, che vedrà le avventure di Dolores intrecciarsi con i due visitatori che abbiamo conosciuto la volta scorsa.

Come vi avevo detto all'inizio, questo episodio ci svela molto e ci fa domandare molto alla terza. Oltre alle sottotrame principali discusse finora, viene trovato il tempo di innestarne ancora di nuove, come il comportamento anomalo di un'attrazione che prima si perde in un crepaccio dopo aver abbandonato la propria postazione, poi viene disattivata dal team di recupero solo per riattivarsi autonomamente e sollevare con aria minacciosa un masso col quale sfasciarsi il cranio; oppure come il tragico destino di Teddy, al quale Ford sostituisce il fumoso passato avvolto nel mistero con una storia ben definita che fa parte di quella nuova narrativa per la quale ha preso per sé una buona sezione del parco facendo la felicità della rappresentante dell'amministrazione (a proposito, ma a voi non è sembrato che le pallottole di Teddy rimbalzassero sugli uomini di Wyatt?).

Insomma, un episodio ricco come pochi e stimolante quanto un enigma ben posto, che ci tiene attenti e ci lascia il tempo di ragionare un'intera settimana prima di consegnarci un'altra tappa di questo viaggio verso il centro del labirinto.
Per la recensione del quarto episodio, non appena sarà pronta potrete cliccare qui.

Per adesso a presto, e buona visione.

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